I dieci giorni del nostro progetto “Rescue Renewed space – U Educate” che ha avuto luogo a Castellammare di Stabia sono stati pieni di duro lavoro e momenti piacevoli. Questo progetto ci ha fornito un’intera serie di nuove competenze che ora useremo per rinnovare spazi abbandonati nel nostro paese per la nostra comunità.
Quali competenze? E come possono essere utili per migliorare le aree della propria comunità locale?
– Durante il progetto ho imparato a conoscere il profilo di un mentore, ho imparato a creare un business plan per ricostruire un luogo abbandonato e a progettare un piano per un nuovo progetto . Inoltre, ho imparato a conoscere tutte le diverse culture dei partecipanti e ho migliorato il mio inglese.
~ Marion, team francese ~
Partiamo dall’inizio…
Il progetto è iniziato il 21 gennaio ed è terminato il 31 dello stesso mese. I paesi partecipanti erano Francia (Compagnie 3.42), Grecia (Solidarity Tracks), Italia (Acarbio), e Romania (Asociatia de Tineri din Ardeal). L’obiettivo del progetto che durerà due anni, è imparare tutte le metodologie innovative – di educazione non formale-, studiando esempi concreti, per riabilitare aree pubbliche abbandonate coinvolgendo le comunità locali in diverse azioni.
Com’è iniziata la settimana?
Come sempre si comincia con il “gioco”, e con attività incentrate sulla conoscenza reciproca e di “team building”. Alcuni tra i diversi tipi di giochi erano la palla – gioco del nome, due verità e una bugia, un seminario sulle risate e molto altro. E come in ogni progetto Erasmus, il primo giorno è dedicato ai partecipanti, per sentirsi più a proprio agio e ad avvicinarsi gli uni agli altri.
Diventare mentori ed e – mentors…
Cos’è successo durante il training?
Nei giorni successivi le attività sono state più legate alla formazione e hanno preparato i partecipanti a diventare mentori ed e-mentors.
I partecipanti hanno così imparato a organizzare le attività, utilizzando il modello ADDIE. Un modello che sta per Analisi, Progettazione, Sviluppo, Implementazione e Valutazione e che aiuta a creare i propri percorsi di formazione in modo efficace. Si è parlato anche di imprenditoria sociale e di modi per creare un modello di business per progetti sociali. Un’attività interessante è stata quella del gioco di ruolo: alcuni partecipanti erano i mentori mentre gli altri dovevano creare un business plan su un luogo abbandonato da rinnovare.
La maggior parte delle attività sono oscillate tra pratiche e simulazioni e questo ha dato l’opportunità ai partecipanti di confrontarsi con esempi di vita reale. Come ad esempio creare un progetto architettonico per rinnovare un cortile di una scuola e un museo nell’isola di Lefkada. Questa attività è stata svolta dagli architetti greci professionisti Niki Kareli e Patty Kalou.
Sono state fornite tutte le informazioni necessarie sul luogo, sulle caratteristiche architettoniche, su cosa serve e su cosa ha bisogno la gente del posto. E solo dopo è stato creato un progetto architettonico basato sulle informazioni fornite.
In questa città che si affaccia sul golfo di Napoli, grazie ad un progetto di street art, è stata ristrutturata una parte del centro storico. I partecipanti al progetto hanno così potuto incontrare alcuni artefici di questa “rinascita”: l’architetto ed ex consigliere comunale di Castellammare, Noemi Verdoliva, l’artista Nello Petrucci, l’artista e arteterapeuta Marco De Rosa e il fotografo Nello Maresca.
I murales sono dislocati in tutto il centro, rendendolo scenografico e piacevole per le persone che passano, ma soprattutto per la comunità locale. Oggi esiste così un “tour” turistico che permette ai visitatori di poter conoscere le diciotto opere realizzate da artisti provenienti da tutto il mondo. Il progetto “Stabiae Street” ha ricoperto così i muri di alcuni palazzi del centro storico per tentare di contrastare il degrado che si era diffuso nella zona già a partire dagli anni ’80, in seguito al terremoto.
I “protagonisti” del lavoro che c’è dietro a questi murales hanno così dato spunti utili e suggerimenti per come affrontare l’intero processo di ristrutturazione di uno spazio abbandonato. Di come è nata l’idea e di come è stata possibile realizzarla. Tanti esempi concreti che hanno arricchito il progetto.
Degustazione di alcolici e delizie da tutti i paesi:
Oltre tutte le attività, c’è stato anche del tempo di relax. La seconda sera del progetto c’è stata la serata culturale italiana. Ogni team ha portato cibo e bevande tradizionali da presentare al gruppo. Come italiani provenienti dalla Costiera, abbiamo portato del limoncello, caciocavallo, pane biscotto e soppressata, e noi abbiamo potuto assaggiare del formaggio francese, palinka ungherese, tsipouro greco e molte altre delizie da ogni paese. Abbiamo anche imparato danze tradizionali e noi abbiamo insegnato la tammurriata e la tarantella.
– Durante questo progetto ho imparato molto, ho fatto nuove amicizie e mi sono divertita molto.
~Maelle, team francese~
La settimana è passata velocemente e d’un tratto era già sabato, giorno della valutazione e cerimonia di chiusura del progetto.
– “La pianificazione e l’attuazione è stata un po’ impegnativa, ma l’intero progetto è stato entusiasmante. I coordinatori di questa formazione, l’atteggiamento del team è stato perfetto, e ciò aiuta molto. Sono certa che è stata data una visione chiara di tutto il lavoro, un aiuto concreto per chi vuole occuparsi anche in futuro di questo settore”.
~Réka, coordinatrice del team rumeno~
Al momento di chiusura del progetto è stato difficile salutarsi. L’intera settimana è stata divertente e utile. Ma il progetto non è ancora finito. “RESCUE: Renewed spaces – U Educate” durerà due anni. I partecipanti sono tornati a casa con tutte le nuove conoscenze acquisite e potranno utilizzarle nelle fasi successive del progetto. Ciò vuol dire continuare a progettare e a realizzare idee per rinnovare spazi abbandonati nelle proprie comunità. Per il team di ACARBIO il lavoro sarà ora continuare ciò che è stato iniziato in Costiera amalfitana: il recupero dell’antico Rifugio forestale di Tramonti e il sentiero di Eleonora D’Aragona.