Scriveva Goethe due secoli fa, a proposito del meridione d’Italia: “Conosci tu il paese dove il limone fiorisce?“.
Molto più tardi, il poeta futurista Cangiulo definì la Costiera Amalfitana “il paese delle grosse arance d’oro, gomitoli di lana arancione, per fattucchiere d’amore”.
La specificità di questa terra, formata da terrazzamenti che abbracciano l’intera costa, la sua conformazione (che potrebbe essere considerata come un’isola), la sua antica storia che l’hanno vista protagonista con l’Antica Repubblica marinara di Amalfi, la sua biodiversità, rendono questa terra ideale per una vera e propria Riserva Mab Unesco. Ed è per questo scopo che è nata l’Associazione Costiera Amalfitana Riserva Biosfera (Acarbio) nel 2009. E da allora, tra l’alternarsi dei vari responsabili degli enti regionali e provinciali, sta sviluppando con vari progetti, temi che riguardano la sostenibilità ambientale, la difesa del territorio, la salvaguardia della biodiversità.
Come non osservare dinanzi ai propri occhi come i “giardini” terrazzati per la coltivazione degli agrumi costituiscono l’impareggiabile caratteristica del sito e che vanno necessariamente aiutati i contadini “custodi” di questa terra.
I limoni che grevi pendono dagli alberi della Costiera, negli impianti a terrazze, sono per lo più d’una qualità talmente dolce, poco agra e di sapore rotondo, che viene detta “pane”, in quanto si può gustare tranquillamente a fette. Racconta la storia che fu proprio con un gran cesto di limoni della Costiera amalfitana ed altri agrumi che gli abitanti di Minori convinsero il Papa a restituire alle loro città il vescovado perduto. Con la candidatura Mab Unesco, si possono aprire nuove prospettive di sviluppo sostenibile. Per tutti.