Libera, sempre pulita, gratuita e con servizi che vanno da un “Laboratorio ambientale” per i più piccoli alla diffusione delle attività di promozione territoriale per gli eventi culturali, con attività di sensibilizzazione sui temi ambientali. E uno studio finale: una ricerca sull’impatto del volontariato internazionale sulle comunità, il patrimonio e i volontari stessi. Ecco la spiaggia libera di Minori: un luogo in Costiera amalfitana diventato da tre anni un modello di arenile totalmente libero e con servizi – si trovano anche porta-ombrelloni, doccia, passerella in legno – grazie al progetto “Make it Blue” dell’associazione Acarbio in collaborazione con Yap Italia e il sostegno del Comune di Minori. Più di venti i giovani volontari che arrivano da tutto il mondo e che divisi in due gruppi compongono il workcamp internazionale.
La spiaggia libera diventa così un luogo di condivisione anche delle diverse attività svolte durante tutto l’anno da chi si occupa di questo territorio.
I cittadini si riappropriano così di un luogo pubblico e gratuito per tutti. I volontari, facilmente identificabili con una pettorina blu e la scritta “Make it blue”, ogni giorno dalle ore 8 fino al tramonto, sorvegliano e controllano la pulizia della spiaggia. Con un pedalò spazzamare, assicurano poi anche la pulizia del tratto di mare. Così come del lungomare e del centro storico. Un “laboratorio ambientale” per i più piccoli (dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle 12) sensibilizza su temi che riguardano l’ambiente e la sostenibilità ambientale, con giochi, disegni, immagini. Il workcamp di “Make it Blue” è stato anche selezionato da CCIVS (Coordinating Committee for International Voluntary Service) con il supporto di Erasmus+, per “Volunteer Path”. Il compito è anche quello di svolgere una ricerca sull’impatto del volontariato internazionale sulle comunità, il patrimonio e i volontari stessi. I volontari – quasi tutti studenti universitari – hanno ricevuto un questionario. Alla fine del progetto, un video racconterà cosa hanno fatto e imparato in questo lembo di Costiera amalfitana che cerca di diventare un vero modello di “turismo sostenibile”.
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